La maturità per il taglio di un bambuseto, a seconda delle condizioni climatiche e del terreno, si raggiunge dopo 7 - 8 anni, dall'inizio della coltivazione.
L’attività di un bambuseto è rappresentata dalla crescita sotterranea dei rizomi e dallo sviluppo dei germogli in primavera che nel giro di poche settimane saranno piante adulte. Di anno in anno, attraverso i cicli di germogliazione, le dimensioni dei nuovi bambù aumenteranno sia in altezza, sia nel diametro.

il bambuseto
L’area colonizzata dalle nuove piante aumenterà sempre più, di anno in anno, fino a creare un bosco di bambu che prende il nome di bambuseto.


i culmi
Il taglio annuale dei culmi rappresenta il 25% / 30% del totale ed avviene da ottobre a gennaio, stimola l’uscita delle nuove piante l’anno successivo.


maturazione
A seconda del tipo di utilizzo finale il culmo viene tagliato dopo un determinato numero di anni, ad esempio per la produzione di legname il raccolto si effettua dopo 3-4 anni dalla nascita del culmo. Il bambù può essere utilizzato come si trova in natura o sottoposto a processi di lavorazione manuale semi industriale o industriale, trasformando così il culmo grezzo in prodotti per l’edilizia e per l’arredamento.
Cavo e leggero, il bambù ha straordinarie proprietà meccaniche: la resistenza a tensione delle sue fibre può toccare i 12.000 kg/cm2, quasi due volte quella dell’acciaio, supera addirittura il calcestruzzo nella resistenza a compressione. Sta diventando sempre più competitivo sul mercato delle costruzioni green e per le sue caratteristiche si sta testando il bambù nel calcestruzzo armato, proprio al posto dell’acciaio.
IL CULMO:
Viene ampiamente utilizzato per la realizzazione di ottimi parquet e per prodotti in bambù lamellare in genere con resistenza superiore alla media.
Si usa nella produzione di mobili, sia da esterno che da interno, per costruire tavoli e sedie molto resistenti all’intemperie, anche in ambienti particolarmente umidi e piovosi.
Ridotto in polpa il bambù può essere utilizzato per fabbricare carta oppure tessuti.
Alcune specie di bambù come il Madake permettono anche la realizzazione di strumenti musicali ed oggetti di design.
I RAMI:
Vengono utilizzati come tutori in agricoltura, per produrre scope, stuzzicadenti e fibre tessili con proprietà antibatteriche.
Il Fogliame:
Viene somministrato come foraggio per il bestiame e animali più piccoli, si utilizzano anche per estrarne pigmenti o componenti per la realizzazione di medicinali e cosmetici, oppure può essere utilizzato per fare tè, infusi e bevande in generale.
I punti di forza
Sostenibilità ambientale: Il bambù produce più ossigeno che qualsiasi altra tipologia di legno, è una risorsa rinnovabile in 3-4 anni, con una ricrescita fino a 10 volte più veloce della totalità dei legni tropicali.
Capacità strutturali: È considerato come l’acciaio naturale, grazie alle sue caratteristiche meccaniche elevatissime (circa 300 kg/cm² a compressione e 500 kg/cm² a trazione).
Basso consumo energetico: Confrontato con gli altri materiali da costruzione il bambù risulta essere molto più economico. La quantità di energia necessaria per la produzione di bambù per le costruzioni è pari al 12,5% del calcestruzzo, al 2% di acciaio e al 37% del legname.
Resistenza al fuoco: Il bambù ha un ottimo comportamento nei confronti del fuoco: il guscio esterno ha una alta concentrazione di acido silicato, che ritarda la combustione. Per cui il Bambù sviluppa le fiamme solo ad alte temperature.
Versatilità strutturale: Il bambù, essendo un materiale con elevata resistenza, può essere usato in molteplici modi, come semplici pilastri e travi o come strutture reticolari piane o tridimensionali.
La coltivazione del bambù può essere un enorme ed eccellente risorsa non solo economica ma anche ambientale e turistica:
– Riduce il dissesto idrologico, infatti l’estesa rete rizomatica del bambù tiene compatto il terreno, frenando l’erosione da parte dell’acqua. Posizionato sulle scarpate previene smottamenti e frane senza appesantire l’area interessata.
– La sua coltivazione non necessità dell’utilizzo di costosi macchinari agricoli alimentati a diesel, impiegati per la semina e la raccolta, come avviene nelle altre colture.
– Si hanno dei grandi vantaggi energetici ed economici per il basso consumo di energia nella trasformazione del materiale. Il bambù può essere filato per ottenere reti e tessuti, oppure tagliato in sezioni piatte per essere intrecciato formando pannelli e dunque non necessita trasformazioni ad elevato consumo energetico.
– Riduce l’effetto serra, i bambuseti sono fabbriche di fotosintesi, riducono i gas responsabili dell’effetto serra, infatti le piante di bambù assorbono circa 5 volte la quantità di biossido di carbonio e producono circa il 35% in più di ossigeno, a parità di proporzioni, di una foresta di alberi. Un bambuseto di un ettaro cattura in un anno 17 tonnellate di carbonio, grazie all’enorme e perenne superficie fogliare.
– Riduce l’inquinamento atmosferico e del suolo grazie alla perenne chioma verde e ai suoi rizomi, convertendo gli agenti inquinanti e l’azoto in biomassa.
– Riduce il dilavamento del terreno, infatti ha un’ottima capacità di assorbimento dell’acqua che trattiene in caso di siccità.
– Può essere utilizzato come frangi vento e anti-rumore.