Phyllostachys Bambusoides Madake
Il RE dei giganti made in Italy
Durante gli ultimi tempi in Italia è nato un nuovo businesses, la coltivazione del bambu gigante. Non possiamo negare lo sviluppo positivo a riguardo di tale materia prima, che seppur lentamente, ha iniziato a scalfire le menti degli investitori, aprendo nuovi orizzonti sui materiali per la bioedilizia. Basta pensare alla facilità di lavorazione del bambù e alla sua velocità di crescita (si rigenera ogni anno) ed a tal proposito sono partiti i primi pionieri per organizzare le varie filiere atte all’assorbimento di questa materia prima ecosostenibile.
Ad oggi le realtà che propongono il business della coltivazione del bambù gigante si fanno strada fra teorie e supposizioni mettendo così a repentaglio l’affidabilità dell’investimento.
In questo articolo mettiamo in evidenza una delle caratteristiche fondamentali della specie di bambù gigante, phyllostachys Bambusoides Madake, che risulta essere la specie legnosa d’eccellenza coltivabile in Italia.
Sperando così di fare cosa gradita e aprire le menti di tutti coloro che sono interessati ad investire nella coltivazione di bambu gigante e non solo.
PREMESSA
MADAKE E MOSO RAGGIUNGONO LE STESSE DIMENSIONI SIA IN ALTEZZA, SIA NEL DIAMETRO, LE FOTO SOTTOSTANTI MOSTRANO COME IL MADAKE GIA’ DAI PICCOLI DIAMETRI PRESENTA UNO SPESSORE DELLA PARETE MAGGIORE RISPETTO AL MOSO ED A QUALSIASI ALTRA SPECIE CHE PUO CRESCERE IN ITALIA.
Nelle foto vengono mostrati due culmi di bambù, uno più grande ed uno più piccolo, il culmo grande (13 cm) è uno dei tanti giganti, in questo caso il Moso, mentre il piccolo (6,5 cm) è Madake.
Le foto mostrano la differenza di spessore della parete del culmo di Madake che, addirittura è maggiore, se pur di qualche millimetro, rispetto al culmo del Moso, nonostante il culmo di Madake sia la metà del diametro del Moso.
Quindi maggiore spessore della parete.
Oltre a questa differenza di spessore della parete del culmo, abbiamo una concentrazione maggiore di fibre all’interno della parete e tra l’altro queste fibre, risultano essere di spessore maggiore rispetto a quelle di altre specie di bambù gigante.
Le fibre risultano più doppie di diametro e concentrate nella parte esterna della parete del culmo.
Quindi più resistenza fisica=Ottimo legno.
Si aggiunge inoltre a queste caratteristiche un altro importante particolare, il bambù Madake risulta essere un fissatore di azoto per eccellenza, trasformando così l’azoto presente nell’atmosfera in biomassa, e lo fa più di ogni altro albero e bambù.
Non a caso rispetta la normativa di Kyoto contro il buco dell’ozono.
Quindi maggiore eco-sostenibilità per il pianeta e per l’essere umano.
Queste sono le caratteristiche fondamentali che ci permettono di avere una coltivazione di bambù gigante di alto valore commerciale, ottenendo un legno di bambù pregiato, paragonato al rovere e alla noce e soprannominato l’acciaio verde. (Resistente a trazione più dell’acciaio – Resistente a compressione più del calcestruzzo) Il legno ottenuto dalla coltivazione di Madake non ha rivali tra i bambu made in Italy.
Da qualche parte ho letto che madake e moso sono il nome cinese e giapponese dello stesso bamboo…
Mauro si parla di due bambu diversi, sia botanicamente che strutturalmente. Anche se appartengono alla stessa famiglia ma sono varietà diverse
Madake = Phillostachys Bambusoides
Moso = Phillostachys Pubescens
Le chiedo gentilmente il link di cui parla
Ottime considerazioni e raffronti. Da migliorare la traduzione o i testi con un italiano piu corretto nella sintassi e nella grammatica.
Caro Giuseppe grazie del feedback!
Se si riferisce alle mail inviate
riscontriamo problemi con un programma utilizzato per le automazione. Effettua in automatico traduzioni dall’italiano come se fosse un altra lingua.
Mi piacerebbe vedere un po’ di commenti da parte vostra.